Sospendere il mutuo

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Posso chiedere la sospensione del mutuo?

Spesso, quando non riusciamo a pagare le rate del mutuo, una delle prime cose che pensiamo è di chiederne una sospensione del mutuo.

Innanzitutto, la moratoria non viene concessa a tutti.
Per legge sono obbligati a concederla solo a chi perde il lavoro.
Però, la maggiorparte delle volte che le persone non possono pagare il mutuo non è dovuto solo al licenziamento, ma semplicemente a un calo del lavoro di un autonomo, cassa integrazione o un totale di spese non più sostenibile.

Ma se la moratoria viene concessa, posso stare tranquillo?

Spesso le cose non vengono presentate nella maniera corretta, e possono causare più danni che altro.

Innanzitutto, sapete che la sospensione del mutuo vale solo per la quota capitale della rata del mutuo?

E che questo, soprattutto nei primi anni, si traduce in una riduzione minima dell’importo?

Magari avevate una rata da ottocento euro, e diventa di seicento, allungando però di un anno la restituzione, con interessi in più.

Certo, meglio seicento euro che ottocento euro, ma, se la motivazione è la perdita di uno stipendio intero, non sarà comunque sostenibile.

Ma la cosa peggiore è che molte volte, questa caratteristica non viene comunicata al cliente, che pensa di dover pagare nulla, invece dovrà continuamente pagare un importo, seppur ridotto.

E’ capitato a dei nostri clienti che hanno comprato una bifamiliare, essendo due nuclei familiari.
Con tre buoni stipendi, non è difficile pagare millesettecento euro di rata, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, soprattutto durate questo periodo.

Accade che uno dei tre clienti rimane senza lavoro per più di un anno e un altro finisce in cassa integrazione, con conseguente riduzione dello stipendio.

Poiché le caratteristiche sussistono, chiedono la moratoria del mutuo, cioè la possibilità di sospenderlo per un po’ di mesi.

La banca la concede, ma c’è un ma… Peccato che, dalla banca, si dimenticano di avvisare che gli interessi devono essere comunque pagati e dopo 18 mesi, in cui le cose lavorativamente parlando si sono rimesse a posto, si vedono presentare un conto di ventiduemila euro delle quote interessi delle rate del mutuo maturate durante la sospensione.

Non vi diciamo lo stupore sui loro volti…
Ma come, ti chiedo la sospensione delle rate e dopo poco tempo mi chiedi tutto l’arretrato?

Ma la legge, ed il modulo firmato, parlano chiaro. Devono pagare.

Nei mesi successivi fanno i salti mortali per poter trovare la somma richiesta dalla banca, anticipo del TFR dell’unico che l’aveva ancora, vendita di alcuni beni, spese limitate all’osso.

In meno di un anno, riescono a pagare tutta la cifra richiesta.

Peccato che, dando tutto quello che hanno per pagare il debito, non riescono ovviamente a pagare anche le rate nuove in scadenza.

Lo scenario è sempre lo stesso.

I clienti si ritrovano in sofferenza, la banca revoca il beneficio del termine e si trovano a dover rimborsare duecentocinquantamila euro tutti di un colpo.

Il precetto fa in fretta ad arrivare. Il mutuo è già titolo esecutivo, quindi possono saltare anche il decreto ingiuntivo.

Ci sono solo dieci giorni di tempo per pagare, altrimenti scatta il pignoramento.

Per fortuna, appena in tempo, i nostri legali riescono a trovare una soluzione per evitare di perdere l’immobile, trovando un accordo che soddisferà tutti quanti.

La cosa che fa più arrabbiare è che, nonostante l’impegno messo per saldare tutto, hanno rischiato di perdere la casa, frutto dei sacrifici di una vita, solo perché nessuno ha detto loro che la sospensione del mutuo richiede comunque il pagamento della quota interessi.

Sono William Cappa lo specialista dello pignoramento della casa.

Se vuoi affidare i tuoi debiti ai più quotati esperti in Italia nel settore dello spignoramento, scarica subito il report Basta Debito scritto da William Cappa in persona e dopo averlo letto tutto contattaci per una consulenza gratuita.


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Spesso, quando non riusciamo a pagare le rate del mutuo, una delle prime cose che pensiamo è di chiederne una sospensione del mutuo.

Innanzitutto, la moratoria non viene concessa a tutti.
Per legge sono obbligati a concederla solo a chi perde il lavoro.
Però, la maggiorparte delle volte che le persone non possono pagare il mutuo non è dovuto solo al licenziamento, ma semplicemente a un calo del lavoro di un autonomo, cassa integrazione o un totale di spese non più sostenibile.

Ma se la moratoria viene concessa, posso stare tranquillo?

Spesso le cose non vengono presentate nella maniera corretta, e possono causare più danni che altro.

Innanzitutto, sapete che la sospensione del mutuo vale solo per la quota capitale della rata del mutuo?

E che questo, soprattutto nei primi anni, si traduce in una riduzione minima dell’importo?

Magari avevate una rata da ottocento euro, e diventa di seicento, allungando però di un anno la restituzione, con interessi in più.

Certo, meglio seicento euro che ottocento euro, ma, se la motivazione è la perdita di uno stipendio intero, non sarà comunque sostenibile.

Ma la cosa peggiore è che molte volte, questa caratteristica non viene comunicata al cliente, che pensa di dover pagare nulla, invece dovrà continuamente pagare un importo, seppur ridotto.

E’ capitato a dei nostri clienti che hanno comprato una bifamiliare, essendo due nuclei familiari.
Con tre buoni stipendi, non è difficile pagare millesettecento euro di rata, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, soprattutto durate questo periodo.

Accade che uno dei tre clienti rimane senza lavoro per più di un anno e un altro finisce in cassa integrazione, con conseguente riduzione dello stipendio.

Poiché le caratteristiche sussistono, chiedono la moratoria del mutuo, cioè la possibilità di sospenderlo per un po’ di mesi.

La banca la concede, ma c’è un ma… Peccato che, dalla banca, si dimenticano di avvisare che gli interessi devono essere comunque pagati e dopo 18 mesi, in cui le cose lavorativamente parlando si sono rimesse a posto, si vedono presentare un conto di ventiduemila euro delle quote interessi delle rate del mutuo maturate durante la sospensione.

Non vi diciamo lo stupore sui loro volti…
Ma come, ti chiedo la sospensione delle rate e dopo poco tempo mi chiedi tutto l’arretrato?

Ma la legge, ed il modulo firmato, parlano chiaro. Devono pagare.

Nei mesi successivi fanno i salti mortali per poter trovare la somma richiesta dalla banca, anticipo del TFR dell’unico che l’aveva ancora, vendita di alcuni beni, spese limitate all’osso.

In meno di un anno, riescono a pagare tutta la cifra richiesta.

Peccato che, dando tutto quello che hanno per pagare il debito, non riescono ovviamente a pagare anche le rate nuove in scadenza.

Lo scenario è sempre lo stesso.

I clienti si ritrovano in sofferenza, la banca revoca il beneficio del termine e si trovano a dover rimborsare duecentocinquantamila euro tutti di un colpo.

Il precetto fa in fretta ad arrivare. Il mutuo è già titolo esecutivo, quindi possono saltare anche il decreto ingiuntivo.

Ci sono solo dieci giorni di tempo per pagare, altrimenti scatta il pignoramento.

Per fortuna, appena in tempo, i nostri legali riescono a trovare una soluzione per evitare di perdere l’immobile, trovando un accordo che soddisferà tutti quanti.

La cosa che fa più arrabbiare è che, nonostante l’impegno messo per saldare tutto, hanno rischiato di perdere la casa, frutto dei sacrifici di una vita, solo perché nessuno ha detto loro che la sospensione del mutuo richiede comunque il pagamento della quota interessi.

Sono William Cappa lo specialista dello pignoramento della casa.

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